Quanto conta il character design in un anime?

Post realizzato da Sakuga_Italia

Quando si parla di anime, uno degli aspetti più cari alla community è indubbiamente il character design. È infatti tipico sentire frasi del tipo “questa serie ha davvero un bel character design” oppure “non ha una grande trama, ma almeno ha dei bei design”. Allo stesso tempo, sono altrettanto frequenti casi in cui si reputa che una serie venga “salvata” dalla trama nonostante abbia un pessimo “character design”.

La domanda allora sorge spontanea, quanto conta quindi il character design in un anime? È un aspetto fondamentale o può essere “compensato” da altri elementi?

anime character design

Prima di tutto, bisogna definire cosa si intende esattamente per character design, per evitare di incappare in fraintendimenti. Infatti, spesso, si tende a confondere il character design con l’original character design, due cose tanto collegate quanto diverse. L’original character design è a tutti gli effetti la fonte originale dalla quale vengono presi i design da utilizzare poi anche all’interno della serie o film.

Negli adattamenti animati, l’original character design è preso quasi sempre dall’opera originale, che può essere un manga, light novel o altro. Negli anime original la situazione è leggermente diversa, ma il funzionamento è molto simile. Spesso vi è infatti un character designer che si occupa della realizzazione dei design originali, ma che poi non necessariamente lavorerà attivamente all’interno del cartone.

Un esempio piuttosto recente è Sonny Boy, in cui l’original character design è di Hisashi Eguchi ma il character design all’interno dell’anime è invece curato da Norifumi Kugai.

Ovviamente non è necessario specificare che non sono di certo i mangaka a fare gli anime, per quanto tuttora ci sia una fetta di pubblico che lo crede, ma allo stesso tempo è necessario specificare il ruolo che il character designer svolge all’interno di una produzione.

Egli, infatti, si occupa di realizzare i design iniziali da utilizzare all’interno dell’anime, tipicamente ispirati a quelli originali, ma adattati all’animazione, e quindi non per forza devono riproporre alla perfezione lo stile originale, come ad esempio il tratto di un mangaka. Un esempio molto banale ma estremamente calzante è “Rent-a-Girlfriend”. I design originali sono ideati dal mangaka Reiji Miyajima, ma il character design della serie animata è curato da Kanna Hirayama, animatrice e, appunto, character designer.

Il design nei due media è molto diverso, si nota infatti come Kappe abbia cercato di adattare il design originale, poco adatto per una serie animata. Il compito principale del character designer non è infatti replicare alla perfezione il design originale, come spesso si pensa, ma bensì adattarlo nel modo migliore all’animazione, in modo da restare accattivante come l’originale e che allo stesso tempo sia possibile da animare.

Il lavoro svolto da Kappe all’interno di “Rent-a-Girlfriend” è un ottimo esempio di come andrebbe realizzato un character design, in quanto la giovane animatrice è riuscita ad esaltare i design originali, facendoli subito entrare nei cuori degli spettatori, che anche (e forse soprattutto) grazie a questo hanno imbastito la più classica delle “waifu war”, aspetto che per quanto apparentemente sciocco, non va per nulla sottovalutato. L’estetica in una serie come Rent-a-Girlfriend gioca un ruolo fondamentale, i design devono subito fare breccia nello spettatore e rimanere impressi, in quanto è il primo elemento che si ha per affezionarsi ad essi.

Un altro aspetto fondamentale del character design è che deve essere adatto per gli animatori nel momento in cui, appunto, devono animarlo. Spesso si pensa che una delle scelte migliori sia ideare un character design super dettagliato, e che più dettaglio equivalga anche ad una maggiore qualità. La realtà dei fatti è che non sempre questa si rivela una scelta azzeccata.

Un design estremamente dettagliato, o anche ad esempio con tratti molto particolari, può infatti essere molto difficile da adattare all’animazione, e risultare poi piuttosto strano nelle scene animate, in quanto gli stessi animatori si possono trovare in difficoltà a realizzare la scena e a rendere coerente il design rispetto a quello presentato in origine dal character designer. Per agevolare questo aspetto, spesso il character designer lavora anche come chief animation director all’interno del prodotto, un ruolo che ha il compito principale di supervisionare le scene per verificare che siano coerenti rispetto al character design. Logicamente, se questo ruolo viene ricoperto dal character designer stesso, o comunque da altri character designer esperti, il risultato può essere decisamente migliore.

In Rent-a-Girlfried troviamo infatti questo aspetto; Kappe ha lavorato attivamente come chief animation director (o come animation director) a tutte le puntate della serie e alle sue sigle. Ciò che contraddistingue il suo character design e lo rende così eccezionale, è la straordinaria espressività. Tutti i personaggi hanno infatti un range vastissimo di espressioni, in grado di far percepire perfettamente allo spettatore tutte le sensazioni che provano, anche senza bisogno di parole o altro.

La forte espressività del character design, grazie alla quale si percepiscono alla perfezione gli stati d’animo di Chizuru e Kazuya.

È però possibile affermare con certezza che Kappe abbia dato un apporto così grande alla serie? Per rispondere a questa domanda, basta pensare all’episodio 8 di “Shikimori’s Not Just a Cutie”, al quale Kappe ha lavorato proprio come chief animation director.

Nella puntata è infatti possibile ritrovare alcuni aspetti tipici della character designer, come la grande cura dei dettagli nei capelli e negli sguardi dei personaggi. Se l’episodio riesce ad essere così carico emotivamente, come nella stupenda scena sul tetto tra Kamiya e Shikimori, è anche grazie all’ottimo lavoro svolto da Kappe, che pure in questo caso ha dato riprova della sua abilità.

anime character design
Il focus sugli occhi di Kamiya trasmette una grande quantità di emozioni con una notevole carica, anche in questo caso regna l’espressività.
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La straordinaria cura dei dettagli.

Possiamo quindi affermare che il character designer svolge un ruolo fondamentale all’interno della produzione? La risposta è ovviamente sì, anche più di quanto si pensa.

Uno spettatore, consciamente o meno, necessita di un buon impatto visivo, ed è questo il primo modo che si ha per approcciarsi ad un’opera. Nel caso degli anime, come detto, il tutto deve necessariamente essere adatto all’animazione. Come al solito, però, la vera risposta sta nel mezzo. Il solo character design può salvare una serie intera?

La risposta, come si può ben immaginare, è naturalmente no. Per quanto, infatti, non sia sbagliato evidenziare il talento di artisti come Kanna Hirayama, bisogna anche tenere ben presente di tutti gli altri elementi di un prodotto. Rent-a-Girlfriend avrà indubbiamente un eccellente character design, ma lo stesso non si può dire di tutti gli altri aspetti della serie. Se non ci sono una regia, storyboarding, fotografia, animazioni ecc. degni di nota, anche il character design rischia di essere sprecato o molto fine a sé stesso, e in Rent-a-Girfriend spesso questi aspetti vengono a mancare.

Se una scena non è supportata da un’animazione di livello o una direzione di un certo tipo, difficilmente riuscirà ad esaltare il character design. La forza dell’episodio 8 di Shikimori non sta infatti solo in quello, ma bensì anche nella stupenda direzione dell’intera puntata. I close-up sugli occhi di Kamiya, ad esempio, non vengono di certo scelti da Kappe, ma da chi si occupa degli storyboard della puntata. Non bisogna quindi sopravvalutare il ruolo del character designer, perché da solo non può prendere una serie e renderla straordinaria.

La riflessione mi è uscita spontanea quando è stato annunciato lo staff dell’adattamento animato di “Oshi no Ko”, nel quale è proprio la stessa Kanna Hirayama a fare da character designer. Il fandom è letteralmente impazzito, urlando già al capolavoro solo per questa presenza all’interno della produzione. La realtà dei fatti è che il resto dello staff è tutto da valutare, non di certo dei pessimi membri, ma di sicuro neanche delle garanzie assolute.

Di certo, il character design rimane un aspetto che comunque può condizionare un prodotto intero. Quando il character design di una serie non è di un certo livello, infatti, rischia di compromettere quasi l’intero prodotto, in quanto rovina allo spettatore buona parte dell’esperienza visiva. Un esempio perfetto di ciò, in cui il character design risulta forse il più grande problema, è “Akebi’s Sailor Uniform”.

La serie, fin dai primi trailer mostrati, fece subito discutere per i design piuttosto particolari, che sinceramente ho trovato anche molto gradevoli alla base, ma a dir poco strani in diversi momenti all’interno della serie. Quello che salta subito all’occhio è proprio la difficoltà nell’adattare il design alle scene animate, in alcuni casi i personaggi diventano quasi irriconoscibili.

anime character design
Il character design riesce ad essere efficace principalmente nelle scene più ferme e con inquadrature frontali.
anime character design
Non sempre il character design però riesce a rendere al meglio.

Per quanto quindi la serie sia supportata da un’ottima direzione e un’animazione di buonissimo livello, è indubbiamente condizionata da questi problemi nel character design, a provare ancora come sia un aspetto fondamentale.

Per chiudere, mi piacerebbe citare qualche serie che reputo avere un character design eccezionale. Si tratta di titoli molto famosi, ma che rappresentano alla perfezione quello che volevo intendere nell’articolo (sempre se si è capito).

“Kiznaiver” ha una delle mie artiste preferite come character designer, ed è proprio per questo motivo che mi interessai alla serie un po’ di tempo fa, ovvero Mai Yoneyama. Attenzione, come già detto nel post, saper fare illustrazioni straordinarie non è sinonimo di saper fare anche il character design in una serie, ma il lavoro svolto da Mai Yoneyama in Kiznaiver è esattamente il modo in cui questo andrebbe fatto. Lo stile è estremamente riconoscibile è molto adatto alla serie animata, che esteticamente guadagna molti punti grazie al suo stupendo character design.

“My Dress-Up Darling” incarna alla perfezione il concetto di espressività di cui ho parlato precedentemente, il tutto supportato da un’animazione di altissimo livello. Tutti i personaggi hanno vastissimi range di espressioni e riescono a trasmettere qualsiasi sensazione nelle scene, un ottimo lavoro del character designer della serie Kazumasa Ishida.

Arriviamo quindi ad un altro dei miei artisti preferiti in assoluto, ovvero Sushio, che oltre ad essere un animatore fenomenale, si è occupato del character design di “Kill la Kill”. Il lavoro svolto è semplicemente impeccabile, i design sanno essere accattivanti, perfetti se associati al personaggio della serie che rappresentano, in grado di dare una carica in più a tutte le scene, da quelle d’azione fino alle gag comiche di cui la serie è piena.

anime character design
Una scena corretta da Sushio, inutile dire che il risultato finale ha decisamente più personalità della prima versione (a sinistra), come se la furia di Ryuuko fuoriuscisse dallo schermo.

Conclusione

Ed eccoci alla fine del post, questa volta mi sono concentrato su uno degli aspetti che più mi affascina quando guardo un cartone. Si potrebbe andare avanti per giorni a discutere ed elencare fior di character designer validi e i loro stili, ma penso sia meglio evitare (per ora).

Ho preso come esempio quella che è la character designer del momento, in un certo senso. Ogni giorno sul web mi capita infatti di vedere elogi su elogi a Kappe, peccato che la maggior parte di essi non centrino mai il vero punto per cui il suo lavoro è così importante, e spero di averlo reso un po’ chiaro tramite questo post.

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Grazie per la lettura

(non so scrivere, faccio un sacco di errori e
non pubblico nessuna recensione, commento roba e basta)

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