AnketsuPills: Chirin no Suzu/Ringing Bell

Oggi parliamo di Ringing Bell.
Magari a prima vista, vedendo lo stile di disegno e il nome, potreste aspettarvi di trovarvi davanti a uno dei classici cartoni “stile Disney! indirizzati ad un pubblico di bambini.
Si e no.
La pellicola è pensata per un pubblico giovane ma allo stesso tempo offre un’approccio totalmente diverso che rende questo mediometraggio parecchio difficile da classificare e lo rende molto appetibile anche ad un pubblico di giovani-adulti.

Iniziamo dalle basi, si tratta di un film giapponese uscito nel 1978.
La produzione è affidata alla Sanrio e al suo fondatore Shintaro Tsuji.
Magari il nome, così su due piedi, non vi dice neinte ma in realtà vi accorgerete di conoscere sicuramente la Sanrio e le sue storiche mascotte.
Questa azienda di Tokyo è infatti famosa per aver creato alcuni dei personaggi più famosi e amati al mondo, prima tra tutte, Hello Kitty.
Per non parlare di Bad Badtz-Maru, Keroppi, Aggretsuko, Gudetama, ecc. ecc.
La particolarità di questi esserini è che quasi tutti sono riusciti ad abbattere la barriera del 2D e con il tempo si sono trasformati in veri e propri fenomeni culturali associati ad un’infinità di prodotti e aziende giapponesi.

Il soggetto del film è affidato a Takashi Yanase, figura semi-leggendaria quasi mistica del panorama nipponico.
A lui si devono la creazione di personaggi indimenticabili che hanno cresciuto generazioni su generazioni di giapponesi.
(Purtroppo molto pochi sono riusciti a uscire dai confini nipponici e ancora meno sono approdati in Italia)
Probabilmente il suo lavoro più famoso è la serie di libri illustrati ‘Anpanman’ incentrati sulla figura dell’iconico supereroe pelato e testone.

Per concludere la parte tecnica abbiamo Masami Hata alla regia.
A lui si devono una quantità impressionante di lavori e collaborazioni per la realizzazione di serie e film animati.
Ricordiamo alcuni dei suoi lavori più famosi come Piccolo Nemo, Sea Prince and Fire Child, Astroboy, Rocky Joe, i remake di Dororo e Jojo, Initial D, diverse serie di Hello Kitty ecc. ecc.
(Ovviamente non tutte le serie citate l’hanno visto come unico regista, spesso Masami si è occupato anche della parte artistica, della scrittura di storyboard, delle animazioni o della regia di singoli episodi)

Dopo questa interminabile premessa, passiamo al film vero e proprio.
(Scusate ma era inevitabile, i nomi degli addetti ai lavori sono così altisonanti che sarebbe stato un delitto non spenderci qualche parola in segno di omaggio)
L’incipit potrebbe ricordarvi un po’ Bambi (quest’ultimo è uscito molti anni prima) ma successivamente il film prenderà una strada totalmente diversa e personale.
Protagonista della storia è Chirin, un tenero e carinissimo agnellino, il piccolo vive pacificamente e in maniera spensierata la sua esistenza insieme a sua madre e al suo gregge.
Come ogni cosa bella, anhce questo equilibri fiabesco è destinato a finire prima o poi.
Ed ecco che in seguito all’attacco di un lupo, il tono generale del film cambia radicalmente.
La madre di Chirin non è risucita a superare la notte e ora il suo amato cucciolo si ritrova solo e abbandonato a se stesso.
Da quel momento in poi, la ragione di vita dell’agnellino diventerà la vendetta.

Se non te lo aspetti ci resti male, la storia del film copre l’arco di diversi anni in cui vedremo Chrin trasformarsi sia nel corpo che nel carattere.
La transizione da figura buona e gioviale a essere consumato e distrutto dalla malattia della vendetta è nettissima.
Sicuramente una pellicola dura sia visimante che psicologicamente ma allo stesso tempo onesta.
Vedere una cosa che ha il coraggio di far vedere anche ai giovani le brutture della vita è sempre ben accetta.
Da una parte è vero che un ragazzo in età adolescenziale, o poco più grande, avrebbe bisogno di stimoli positivi e incentrati sulla bontà, per avere così una buona base per diventare un’adulto con un po’ di sale in zucca e capace di vivere rispettando gli altri.
Allo stesso tempo però, è anche vero che c’è parecchia merda nella vita e invece di mostrare solo shonen fatti di ragazzini perfetti che salvano il mondo, a volte fa bene anche insegnare cosa accade quando la vita ci volta le spalle e gli eroi stessi cedono all’oscurità.

Devastante, da vedere per forza, un monito per tutti.
47 minuti di cattiveria che vi faranno ragionare su parecchi avvenimenti del passato.
Poi decidere se il messaggio del film deve essere usato per diventare persone migliori o per farsi sconfiggere dall’odio, spetta solo a voi e al vostro cervello.
I produttori vi hanno dato i mezzi, ora dovete solo unire i puntini per trovare la risposta che più vi si addice.
In fondo, trovare le proprie risposte e affrontare il dolore significa diventare adulti.

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Grazie per la lettura

(non so scrivere, faccio un sacco di errori e
non pubblico nessuna recensione, commento roba e basta)

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