Intervista a Gianpiero Renda: The Witcher; un amore che mi ha portato a scrivere.

the witcher 3 wild hunt

INTRODUZIONE
Hola qui è come sempre Anketsu che vi parla e oggi, come avete letto dal titolo, sto per darvi il benvenuto in una intervista al caro Gianpiero Renda (che come dice anche lui, non è sbagliato è proprio con la N).
Questo giovane scrittore con la passione per la letteratura e per il fantasy sarà a breve presente nelle migliori librerie con la sua personalissima saga fantasy fatta di cavalieri, spade e onore.

In questo articolo scopriremo un po’ come è nato il tutto, quali sono i temi cardine dei suoi romanzi e soprattutto andremo a scoprire insieme la saga di The Witcher con una sorta di retrospettiva/punto di partenza per chi vuole avvicinarsi ed iniziare a seguire questa mitica storia.

Adesso senza ulteriori indugi e blabla vari vi lascio alle parole del buon Gia”N”piero e se non l’avete già fatto vi invito a passare a dare uno sguardo alla sua pagina Instagram che trovate linkata qui, noi ci becchiamo dopo e ora buona lettura!!!

the witcher castle

Oggi, grazie ad Anketsu voglio parlavi di una saga che amo, famosa e che conoscono sicuramente in molti: The Witcher.

Ma se la conoscono in molti perché parlarvene?

Innanzitutto, perché io ho davvero un problema con questa saga e il mondo creato da Sapkowski; conosco di tutto e di più, dalle mitologie a cui si è ispirato ai mostri presenti e molto altro, in una sola parola? Follia. Inoltre, non tutti si sono approcciati alla saga allo stesso mondo; alcuni l’hanno conosciuta tramite la serie tv uscita di recente, eppure la saga è molto, molto più vecchia di quanto sembra.

Quindi ci tenevo a scrivere un approfondimento sulla sua nascita, su come l’ho scoperta e cosa ha generato il mio amore per essa; amore che tra l’altro mi ha portato a scrivere i miei cinque libri, di cui il primo in uscita a breve con una casa editrice!

Ma ora ci arrivo, con calma.

Dunque, Andrzej Sapkowski inizialmente non aveva previsto di scrivere i romanzi, tutto nacque da un semplice racconto con cui l’autore, ancora giovane, ha partecipato a un concorso letterario.

Partecipò per curiosità e per dare visibilità al suo racconto: Wiedźmin (Lo strigo), con protagonista l’ormai celebre e famoso cacciatore di mostri, Geralt di Rivia.

Quel racconto colpì la giuria e soprattutto i lettori a tal punto da dargli molta visibilità, nonostante arrivò soltanto terzo.

Grazie alla partecipazione a quel concorso, l’autore scrisse altri racconti sul suo personaggio e sul mondo intorno a lui, fino a creare gli altri personaggi che vedremo poi nella saga, tra cui il bardo Ranuncolo, la maga Yennefer e molti altri.

I racconti furono pubblicati su una nota rivista polacca chiamata Fantastyka per poi essere uniti tutti in una raccolta di racconti uscita nel 1990.

La raccolta di racconti citata è una di quelle che conosciamo noi oggi?

No, affatto. È una raccolta di racconti inedita pubblicata soltanto in polonia, di cui poi alcuni racconti andranno a finire nel libro “il Guardiano degli Innocenti”, mentre altri rimarranno inediti qui in Italia e mai tradotti, purtroppo; inoltre, benché quella raccolta sia uscita prima della cosiddetta “Spada del Destino”, in realtà in Polonia uscì prima quest’ultima e soltanto dopo il Guardiano degli Innocenti.

La casa che pubblicò le due raccolte e i successivi romanzi di Sapkowski si chiama SuperNOWA, una casa editrice che proprio grazie alla saga di The Witcher raggiunse il successo.

Così iniziò la grande storia di The Witcher, un successo inaspettato, inizialmente.

Sì, esatto, benché ora sia molto famosa e conosciuta, al tempo non era affatto così. A Sapkowski ci sono voluti oltre dieci anni per farsi conoscere come ora, la saga di The Witcher era famosa in Polonia, ma soltanto lì.

Tutto cambiò quando una nota casa videoludica polacca scelse di creare un videogioco su The Witcher, acquisendone i diritti per poterlo fare: CD Projekt RED

Il gioco uscì nel 2007 solo per pc e, a differenza dei giochi più recenti, è un punta e clicca. Impossibile giocarlo su altre piattaforme, difatti tutt’oggi è un’esclusiva pc.

Sapkowski non ha mai partecipato allo sviluppo dei videogiochi e non sempre si è detto entusiasta della loro esistenza, ma a prescindere da ciò, è innegabile come sia stato conosciuto e sia arrivato al successo di oggi anche e soprattutto grazie ai videogiochi.

Ma il gioco ottenne subito il successo?

Assolutamente no.

Ha dato visibilità alla serie, quello sì, ma era solo l’inizio. Il primo gioco di The Witcher per quanto buono non era un capolavoro, ha però permesso alla gente di conoscere la serie e di venire a conoscenza dei libri e dell’opera in sé che ha permesso a quel gioco di nascere.

Perché sì, è bene specificare che a prescindere dalle preferenze, che si amino i videogiochi o la serie tv, senza i libri e quindi la mente e la genialità dell’autore, The Witcher non sarebbe mai nato.

Nel 2011 la serie raggiunse ancora più visibilità grazie al seguito del videogioco che comunque aveva colpito molti videogiocatori, The Witcher 2: Assassins of Kings, uscito prima su pc in esclusiva e poi su xbox 360. Purtroppo, non sbarcherà mai su Playstation.

L’anno prima, grazie anche al primo videogioco della serie, l’attenzione della saga di libri andò sotto i riflettori di molte case editrici italiane, ma solo una alla fine sceglierà di acquistarne i diritti per portarla in Italia.

Allora una casa editrice che pubblicava quasi esclusivamente fantasy e che si è fatta conoscere proprio per quello (ora stendiamo un velo pietoso sulle pubblicazioni, ma quella è una considerazione personale), ha scelto di dare fiducia a una serie con già un discreto successo: la casa Editrice Nord.

Nel 2010 uscì la prima raccolta di racconti della saga di The Witcher: Il Guardiano degli Innocenti.

Quell’anno fu decisivo per la saga, fu conosciuta da moltissime persone e sempre grazie ai videogiochi i libri originali saranno conosciuti sempre di più e tradotti in molte lingue e paesi negli anni successivi, insomma il successo divenne a poco a poco globale.

E per chi non fosse avvezzo della saga voglio elencarvi l’ordine di lettura cronologico, sia di eventi che di uscita.

L’ordine di lettura in realtà è l’ordine di uscita dei libri tradotti da Editrice Nord che hanno cercato di non confondere i non appassionati del genere e i meno attenti.

Di seguito riportati:

Il guardiano degli Innocenti. (2010)

La spada del destino. (2011)

Il sangue degli elfi. (2012)

Il tempo della guerra. (2013)

Il battesimo del fuoco. (2014)

La torre della rondine. (2015)

La signora del lago. (2015)

La stagione delle tempeste. (2016)

geralt di rivia

I primi due sono ovviamente le due raccolte di racconti, mentre gli altri romanzi sono quelli che vanno a formare la storia principale che vedranno il nostro amato Geralt alle prese con la piccola Ciri, un personaggio introdotto nell’penultimo racconto de La Spada del Destino e fondamentale nella storia, tutto ruoterà intorno a lei e ci sarà politica a non finire. Inoltre, dopo Geralt lei è in assoluto il mio personaggio preferito.

L’unico libro a essere a sé stante è l’ultimo: La Stagione delle Tempeste che si colloca tra le due raccolte e racconta una storia inedita che ho apprezzato in parte ma che per me non regge il confronto con la saga originale, ma ragazzi, sono gusti.

Come ho conosciuto la saga?

Ormai credo sia ovvio.

Io prima che uno scrittore e un lettore sono un appassionato di videogiochi e proprio così ho conosciuto la saga. Con l’ultimo videogioco della serie e tutt’ora uno dei miei videogiochi preferiti, The Witcher 3: Wild Hunt.

Ho visto i trailer di quel gioco nel lontano 2015 e fui subito incuriosito, ma non abbastanza, non lo comprai all’uscita ma soltanto a fine anno, ricordo come se fosse ieri.

Rimasi folgorato dal mondo di gioco, dai personaggi, dalla storia; insomma non era il solito GDR in cui crei il tuo personaggio come più ti piace, esplori il mondo di gioco e giochi una bella storia. Qui impersoniamo proprio il protagonista dei libri: Geralt di Rivia, un personaggio non solo affascinante ma anche molto carismatico.

Non successe subito, ma più giocavo e più mi accorgevo di quanto il mondo fosse vario e ben costruito, ho giocato molti videogiochi ma era impossibile non accorgersi che, nonostante la bontà della casa videoludica, per creare qualcosa del genere ci doveva essere per forza dell’altro dietro.

Mi sono andato a informare e anche grazie a un amico sono venuto a conoscenza dei libri; al tempo leggevo poco e niente. Da che ho memoria i libri di The Witcher sono stati i miei primi libri letti da adulto, diciamo. Mi hanno fatto appassionare come poche cose nella vita e provare amore per il mondo fantasy.

Un amore viscerale che mi ha portato a rigiocare il videogioco una seconda volta, e vi assicuro che una volta letti i libri cambia tutto. I videogiochi sono pieni, pieni di riferimenti e anche scene che compaiono nei libri, stupefacente.

L’amore crebbe sempre di più e mi spinse l’anno successivo a giocare i primi due su pc, su un computer scrauso che a malapena li reggeva, ma che dire, per amore questo e altro.

E poi? C’è dell’altro? Il collegamento con i miei romanzi?

Ci arrivo presto.

L’amore della saga mi ha influenzato per almeno tutto l’anno successivo, tanto da comprare una spada riprodotta fedelmente del cacciatore di mostri Geralt; tuttavia, con il tempo l’amore si è un po’ affievolito per il fatto che ho avuto modo di giocare molti altri videogiochi, non a quel livello ma sicuramente qualche capolavoro sì.

Il mio amore per la saga è tornato ai fasti di un tempo quando uscì la serie televisiva Netflix: The Witcher.

Premetto che dal suo annuncio non vedevo l’ora di vederla e ho continuato a tenere attivo l’abbonamento Netflix solo per quella serie. Mi è piaciuta?

the witcher castle

La prima moltissimo e l’ho trovata anche abbastanza fedele ai libri da cui riprende: le prime due raccolte di racconti. Qualche porcata c’era, come eventi non esistenti o forzati, il politicamente corretto, dannata Netflix.

Tutto sommato però mi è piaciuta assai e non vedevo l’ora di vedere la seconda serie che è uscita soltanto nel 2021, a dicembre.

Io ero in un periodo buio della mia vita e non sapevo che fare, lavoravo, studiavo, ma volevo trovare qualcosa che mi piacesse fare, tra le mie innumerevoli passioni. Insomma, non volevo accontentarmi di fare un lavoro che non mi piaceva per tutta la vita, se dovessi spiegare l’infelicità in poche parole, lo farei proprio così.

La svolta arrivò proprio quando uscì la seconda serie di The Witcher. Ha risvegliato in me quell’amore latente nascosto e sopito da tempo, tanto da portarmi a scrivere.

Io scrivevo quando ero piccolo ma solo racconti e storielle a tema anime e fantasy, nulla di che, però mi piaceva. Mi rilassava e mi permetteva di sfogarmi, scrivendo su carta (o su pc, che dir si voglia), tutto ciò che mi passasse per la testa.

L’amore per questa saga mi ha portato invece a voler omaggiare la serie con dei romanzi tutti miei ispirati ad essa.

Inizialmente non pensavo nemmeno di scrivere così tanto, volevo farne una trilogia ma più scrivevo e più mi rendevo conto di aver costruito un mondo troppo vasto e una storia di base troppo grande per farla finire con una semplice trilogia. Vi assicuro che a parte il primo libro che ha poco più di 400 pagine, gli altri quattro ne hanno tutti più di 500, follia? Chissà.

La saga è ispirata a The Witcher, ma in che senso?

Semplice, gli amanti della serie troveranno subito le similitudini, i personaggi dei miei romanzi e la protagonista stessa sono chiaramente ispirati a quelli di The Witcher, ma solo di aspetto e qualche abilità; per il resto hanno i loro caratteri, le loro storie e molto altro, com’è giusto che sia.

Troverete anche altre somiglianze in alcuni eventi, alcuni mostri e mitologie, ovvio, il periodo storico è sempre quello e l’ispirazione è evidente; eppure, vi assicuro che nonostante tutto più si va avanti e più sarà completamente diversa.

Potrei farvi decine di esempi, ma preferisco che sia una sorpresa; il piacere nella lettura è anche questo.

Non posso dirvi molto altro in quanto devo aspettare che la casa editrice che mi pubblica riveli di più e permetta di farlo anche a me; per ora troverete degli approfondimenti senza spoiler sul mio profilo.

E potete leggere i primi due capitoli nel blog linkato nella mia biografia per farvi un’idea.

L’unica cosa che posso dirvi è che il titolo del primo libro sarà The Ancients: La cacciatrice di mostri.

Che dire, ho finito, spero di avervi catturato e incuriosito. E soprattutto di avervi fatto capire che l’amore per questa serie per me è una dannata malattia, basta vedere la mia collezione piena di action figure, i tre giochi, le carte gwent, la smetto, meglio.

Ringrazio ancora Anketsu per avermi dato questo spazio e avermi permesso di parlare anche dei miei romanzi, cosa non da poco.

In futuro forse potrei scrivere altri articoli, chissà.

Un saluto a tutti!

Il vostro Giampy!

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Grazie per la lettura

(non so scrivere, faccio un sacco di errori e
non pubblico nessuna recensione, commento roba e basta)

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