Diabolik: Anno LX 1 Vile Inganno

INTRODUZIONE
Nuovo anno, nuovo ciclo per il re del terrore.
Siamo in postazione per cominciare il commento dell’ultimo albo che si aggiunge alla saga di Diabolik, questo mese abbiamo: storia di Enrico Lotti e Alessandro Mainardi, disegni di Riccardo Nunziati e Jacopo Brandi, copertina di Matteo Buffagni e come sempre, pubblicazione della Astorina.
Se non lo conoscete, si tratta non solo di una delle serie più longeve ed influenti del fumetto italiano che ha dato inizio al fenomeno del “fumetto nero italiano”, ma è anche una tappa fondamentale per la diffusione a livello mondiale del fumetto come media espressivo vero e proprio.
Creato nel 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, Diabolik rappresenta una rivoluzione rispetto al classico fumetto per ragazzi.
Qui il protagonista è un criminale ed assassino, se siete nuovi del personaggio, la cosa potrebbe risultarvi strana, ma questa stranezza è anche la più grande forza di Diabolik.
Semplicemente, è una serie che non troverete da nessun’altra parte, non ruba per donare ai poveri, non si oppone alla corruzione dello stato, non cerca di aiutare le persone, sa di essere cattivo (ovvimente non è un pazzo sadico, ha i suoi motivi) ma il bello è che mese dopo mese ti ritrovi ugualmente li a leggere il nuovo volume di questo assassino dagli occhi di ghiaccio.

(Alla fine trovate il link agli altri volumi)

COMINCIAMO
Siamo nelle fogne, un Diabolik vestito di classica tutina nera aderente, se ne gira solitaro tra topi ed olezzi vari che infestano i condotti sotterranei della città.
Il suo giro di ricognizione procede liscio e tranquillo, fino a che un fatto inaspettato scombussola tutto.
Girato l’angolo, sulla strada del ladro compare un ragazzo, malnutrito, spaventato e in visibile difficoltà.
Il suo nome è Luca, non sappiamo ancora niente del suo passato e di come sia finito a passare le giornate in quel luogo nauseante.

Diabolik non ha scelta, non può permettersi testimoni o persone tra i piedi.
Deve assolutamente portare il giovane con se e chiuderlo in uno dei suoi covi fino a che il suo nuovo colpo non sarà concluso.

Ci spostiamo a Clerville, presso l’istituto di credito Transbek.
In città stà per arrivare una preziosa spilla che rappresenta il fiore all’occhiello della nuova mostra di preziosi ed antichità.
La signora Vanber è l’addetta alla sicurezza e al trasporto della preziosa reliquia.
Purtroppo per lei, la donna non sa ancora di essere appena entrata nelle mire di Diabolik e che il suo ufficio è già infestato di cimici.
Caso vuole che il giocherellio di un gattino con un palla, sia l’innesco che permetterà alla donna e alla polizia di scoprire le microspie e di iniziare a preparare la prima linea di difesa.

Il caso viene affidato a Zelter, un commissario del locale distretto, che con la sua squadra dimostra subito di cosa sono capaci.
Inizialmente il piano è quello di agire come se nulla fosse successo, Diabolik non sa di essere stato scoperto e questo può rappresentare un grande vantaggio per le forze dell’ordine.

Purtroppo per Zelter, l’unico ispettore di cui ci interessa è Ginko, ed infattti eccolo comparire e soffiare al collega il caso.
La cosa però non è andata giù a Zetler e alla sua squadra che decidono di far partire una operazione parallela per la cattura di Diabolik.

Scopriamo che Luca, il ragazzo preso in custodia dal nostro ladro, era in realtà un complice dell’ispettore.
Non che il ragazzo avesse altra scelta, o quello oppure il fratello avrebbe avuto uno spiacevole “incidente” mentre si trovava ancora in prigione.
Il piano è quello di individuare il covo segreto di Diabolik ed eliminare sia lui che Eva in una missione non ufficiale e del tutto personale.
grazie all’iuto del localizzatore piazzato sul ragazzo, la fase dell’individuazione del nascondiglio ha successo.

Ora bisogna assicurarsi che le vie di fuga siano chiuse e si può partire.
Gli agenti mettono in atto la loro missione, purtroppo per loro Diabolik è non 1 ma 100 passi a avanti a loro.
Gli agenti avevano previsto il gas soporifero, ma non la camera a risucchio d’aria che finisce per lasciare gli uomini immobili e a boccheggiare come pesci sotto le lame del re del terrore.

Intanto Eva riesce ad infiltrarsi alla Transbek e prende la tanto agoniata spialla e sulla via del ritorno ci vengono svelati i retroscena di tutta la vicenda.
Fin dal primo incontro con Luca, Diabolik intuì che c’era qualcosa di insolito.
In particolare, a tradire gli agenti fu l’ombra del cerotto usato per coprire la puntura per la microspia impiantata da Zetler sul collo di Luca.
Da li a scoprire tutti i retroscena dell’operazione e arrivare a soggiogare la signora Vanber è stato un gioco da ragazzi.
Lo stesso Ginko non ha potuto fare molto in questa storia se non constatare l’ingenuità dei suoi colleghi che pensavano di poter cogliere di sorpresa Diabolik.

CONSIDERAZIONI
Storia ok, un classico esempio di capovolgimento dei fatti, in cui i piani dei poliziotti vengono brutalmente ribaltati e manipolati a suo piacimento dalla geniale mente del re del terrore.
Niente di eccezionale per questo primo numero del 2021 ma nel complesso il bello di Diabolik è che riesce sempre a farti passare quel momento di divertimento in cui ti metti li e ti godi la schiacciante superiorità dell’uomo in tutina nera ed occhi di ghiaccio.
Struttura narrativa sempre solida e curata, forse con qualche banalità, (tipo il pezzo in cui Eva e Diabolik parlano tra di loro spiegandosi il piano come se non lo avessero appena messo in atto) ma sempre senza lasciare mai niente in sospeso.
Disegno e tecnica generale sempre di alto livello, fanno il loro lavoro, riempiono le pagine di dettagli, caratterizzano bene i personaggi e con poche vignette riescono a dare una loro espressività ai vari partecipanti alle vicende.

Copertina bella, Luca circondato da pugnali volanti fa il suo effetto.

P.S. qui trovate il mio post Instagram su Diabolik.

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Grazie per la lettura

(non so scrivere, faccio un sacco di errori e
non pubblico nessuna recensione, commento roba e basta)

3 risposte a "Diabolik: Anno LX 1 Vile Inganno"

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  1. Sì, concordo sulle considerazioni.
    Gli spiegoni finali tra Eva e Diabolik li sfotto sempre anche io ma alla fine meglio il loro assurdo dialogo che qualcosa di più didascalico (e pesate).
    Poi ho trovato un po’ scemo l’ispettore Zeltar, almeno all’inizio ma ne ho parlato meglio da me 😉

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