AnketsuCultura: la storia della Sanrio

Oggi nuovo articolo della AnketsuCultura.
Con il precedente capitolo avevamo visto la storia dello studio di animazione Tatsunoko Production, ora è il turno di un’altra importante azienda nipponica, la Sanrio.
Magari guardando l’immagine che vi ho messo come copertina alcuni di voi avranno capito immediatamente di cosa si tratta e avranno riconosciuto diversi dei personaggi presenti, per gli altri invece, iniziamo con ordine e dalle basi.

La sequela di eventi che porterà alla nascita dell’azienda che conosciamo oggi è abbastanza intricata e in alcuni punti piuttosto fortuita.
Sarebbe bastato veramente poco per far assumere alla storia un corso completamente diverso, se il buon vecchio Shintaro non avesse avuto alcune delle sue intuizioni geniali magari oggi non esisterebbero tutte le più famose mascotte del Giappone.

I PRIMI ANNI

Il tutto ha inizio nel 1960 ad opera di Shintaro Tsuji.
Al tempo, il campo principale dell’azienda era la lavorazione della seta.
Solo nel 1962, abbiamo il passaggio alla gomma.
(Materia che al tempo stava andando per la maggiore)

L’idea di fondo fu tanto semplice quanto geniale.
Al tempo la Sanrio (non si chiamava ancora Sanrio ma Yamanashi Silk Company) si occupava della produzione di calzature da bambina, qui ci si accorse di un semplice fatto.
I sandali che avevano stampato sopra un disegno carino e colorato, venivano vendute molto di più rispetto alle altre.
(Ora potrebbe sembrare una cosa ovvia e banale ma al tempo eravamo agli albori del mondo del marketing applicato alle vendite e non esisteva ancora internet con tutto il traffico di informazioni e dati che ne derivano)

LA NASCITA DELLE MASCOTTE

Quindi quale miglior mossa per gli affari se non quella di assumere una serie di disegnatori impegnati nella creazione di artowrk studiati appositamente per essere applicati alle calzature?
Quello che inizialmente era un semplice design di un fiore stilizzato, stava per trasformarsi in qualcosa di immenso.

La storia della nostro ditta, per gli anni seguenti, procedette in maniera abbastanza tranquilla.
Lo scopo del tempo era semplicemente la crescita, il miglioramento e la stabilizzazione degli impianti di produzione.
Si comincia a fare sul serie nel 1973.
In questa data abbiamo il definitivo cambio di nome da Yamanashi Silk Company al vero e proprio Sanrio.
Un nome molto più corto, facilmente ricordabile e soprattutto molto meno “freddo” di Yamanashi Silk Company, il che stava già contribuendo a dare un nuovo volto alla compagnia rendendola, passatemi il termine, più “simpatica”.
(In realtà il nome Sanrio era già presente dal 1969, ma non come nome ufficiale per la ditta principale)

LA RIVOLUZIONE DI HELLO KITTY

Non finisce qui, oltre al cambio di nome, subito dopo abbiamo la rivoluzione di Hello Kitty.
La mascotte che ancora oggi è famosa in tutto il mondo, fu creato nel 1974.

Dai seriamente, chi non conosce Hello Kitty?
Non è esagerato definirla come “rivoluzione” proprio perchè questo batuffolo di pelo, che ancora oggi è ultra popolare, contribuì in maniera spaventosa all’accrescimento della Sanrio.
Non solo a livello di vendite, qui si parla proprio a livello di immagine e di diffusione planetaria.
Molti dei successivi traguardi di cui vi sto per parlare derivano proprio dal successo e dalle possibilità mostrate con questo progetto.
Non è un caso che ad oggi Hello Kitty sia praticamente l’emblema della compagnia.

In quella stessa data furono creati anche Patty & Jimmy.
Questa coppia è molto meno famosa, non penso che tutti la conosceranno.
Era composta da 2 migliori amici, Jimmy, il maschio da capelli biondi ricci, quasi sempre vestito con tonalità di blu e Patty, la ragazza con treccine e vestite tendenti al rosso.
Spesso venivano raffigurati durante lo svolgimento di diverse attività, ma probabilmente il design più famoso è quello sui pattini.

GLI ANNI DELLA CONSACRAZIONE DELLA SANRIO

Dal 1975 in poi, abbiamo moltissime importanti tappe di cui parlare.
Come già detto sopra, abbiamo i primi prodotti commercializzati con sopra l’immagine di Hello Kitty, (Il primo in assoluto fu un portamonete) oltre che la creazione di altre 2 mascotte.
Little Twin Stars e My Melody.

La seconda metà degli anni 70 fu fondamentale per il consolidamento della Sanrio.
In questo periodo di tempo, abbiamo il primo approccio con il mercato anime, grazie al film Little Jumbo (Chiisana Jumbo).
Scritto da Takashi Yanase, creatore di Chirin no suzu (che vi avevo consigliato di guardare in un post dedicato) e di Anpanman.
Quest’ultimo in particolare, rappresenta uno dei simboli dell’animazione e della letteratura per piccoli (Kodomo), diffuso non solo in Giappone ma in tutta l’Asia.

Sempre in quegli anni, abbiamo un ulteriore salto di qualità per la Sanrio.
Ovvero il salto da Asia ad America, con la fondazione della prima sede di produzione californiana.

COLLABORAZIONI E NUOVE MASCOTTE

Come si suol dire, da questo punto in avanti è storia.
Ormai la corsa della Sanrio non poteva essere arresta in nessun modo.
Non pensate che la cosa sia stata facile, capita spesso che anche le grandi ditte abbiano dei periodi di calo e possano andare incontro a sostanziose perdite nel corso degli anni.
Se la creazione di Shintaro Tsuji riuscì a sottrarsi a questo destino, lo dobbiamo tutto al duro lavoro e alla continua voglia di migliorarsi senza adagiarsi sugli allori.
Infatti, dopo Hello Kitty, abbiamo la creazione di sempre nuove mascotte, ognuna dedicata ad un particolare pubblico o gusto, non per forza solo femmine e non per forza solo bambine.
(Ad oggi, questi personaggi sono molto presenti anche nella moda per adulti)

Tra le mascotte più famose citiamo: Bad Badtz-Maru, Kero Kero Keroppi, Tuxedosam, Gudetama, PomPom Purin e tra le più recenti Aggretsuko, la quale ha ricevuto anche un nuovo adattamento anime.

Il destino della Sanrio, si è spesso intrecciato con quello di alcuni famosi mangaka.
Come non citare Osamu Tezuka e la sua creazione Unico.
Si tratta di un piccolo unicorno, protagonista dell’omonimo shojo, apparso sia in versione manga che anime.
In realtà, questa mascotte fu parte dello schieramento Sanrio solo per un periodo di tempo limitato ma anche se per poco, la collaborazione con un colosso come Tezuka, testimonia l’influenza che la Sanrio aveva al tempo in Giappone.

IL CASO MIFFY

Per imparzialità e dover di cronaca, dobbiamo anche citare il caso mediatico e la denuncia di plagio indirizzata verso uno dei personaggi dell’universo di Hello Kitty, ovvero Cathy.
Il coniglietto, fu infatti accusato di avere un design che ricalcava fin troppo quello di Miffy.
Miffy è un coniglietto creato da Dick Bruna introno alla seconda metà degli anni 50.
Anche lui bianco, anche lui molto stilizzato e con un viso semplice composto da pochi punti.
Alla fine, la richiesta fu accolta e il personaggio fu considerato come una creazione impropria e la sua commercializzazione fu bloccata nei paesi del Nord Europa.
(In realtà, anche Hello Kitty stessa fu tirata dentro la questione, in quanto al livello di design siamo più o meno sempre li, le uniche differenze sostanziali sono le orecchie)

La cosa ha il suo senso, è giusto che ci siano questi “chiarimenti” tra aziende e creatori, per evitare di arrivare al punto in cui i più grandi possono rubare a picimento le creazioni altrui solo per un fatto di potere, ma ci sarebbe anche da dire che lo stesso principio di Miffy/Cathy, si potrebbe applicare a Musti creato da Ray Goossens.
Questo gattino, ancora precedente agli altri, era praticamente identico sia ad Hello Kitty che a Miffy.

Ora, cerchiamo di essere imparziali ed analizzare la cosa con maturità e senza schierarci istintivamente in difesa della Sanrio solo per un fatto di affezione, popolarità e nostalgia.
(In questa community ci tengo a parlare delle cose in maniera imparziale e costruttiva senza hating)
Il discorso sul fatto che questi siano “plagi” intenzionali o meno, è abbastanza complesso.
Bisogna ammettere che i design sono molto simili tra loro e c’è la possibilità che ci siano state influenze tra uno stile e l’altro.
Bisogna però anche considerare che questo stile di disegno “kawaii” lascia molto poco spazio alla personalizzazione e per forza di cosa finiranno tutti per assomigliarsi.
(Un po’ come accade con ogni serie o film animato in cui compaiono animali antropomorfi e canzoni, che viene automaticamente ricondotto alla Disney)

LA SITUAZIONE ATTUALE

Dopo tutti questi anni, la popolarità e l’influenza di quella che nacque negli anni 70 ,come ditta per la lavorazione della seta, non accenna a diminuire.
La cosa che forse ammiro di più, è che la compagnia è riuscita a non appoggiarsi troppo ad Hello Kitty.
Sarebbe stato normale dare priorità assoluta al gattino, visto la sua immensa popolarità, ma la Sanrio fece l’azzeccata mossa di continuare a creare sempre nuove mascotte.
Come dicevo sopra, non limitate alle bambine ma pensate anche per un pubblico maschile e in alcuni casi anche adulto.

Altra cosa fondamentale fu il desiderio di proiettare le proprie creature, verso media sempre nuovi.
Oltre alle versioni anime, abbiamo infatti moltissimi esempi di videogiochi e fumetti.

Che altro dire riaguardo questo pilastro nipponico?
Andare a riscoprire le stroie di questi grandi brand mi fa sempre uno strano effetto.
Ora diamo per scontato la popolarità della Sanrio come se fosse una cosa dovuto, ma al tempo non lo era.
Nessuno poteva prevedere il successo di questa compagnia, neanche lo stesso Shintaro Tsuji.
Come cosa la trovo incoraggiante, è la prova che non limitandosi a una sola cosa e cercando sempre di migliorarsi, si possono raggiungere nuove vette che in precendenza non credevamo possibili.

CONCLUSIONE

Ora siamo arrivati veramente alla fine di questo articolo.
Scusate la lunghezza ma c’erano parecchie cose da dire.
Spero ugualemente vi possa aver interessato, sia che voi siate fan in cerca di notizie sul vostro brand preferito, sia che non conosciate minimamente l’universo Sanrio.
Spero inoltre, che questo sguardo al passato, possa servirvi come stimolo per il futuro e vi trasmetta il messaggio che con l’impegno, la perseveranza e l’idea giusta, si possono raggiugnere vette mai sperate prima.

Fatemi sapere con un commento qui sotto se avete apprezzato il mio articolo, se anche voi siete fan della Sanrio e qual è la vostra mascotte preferita.

Con questo è tutto e alla prossima AnketsuCultura.

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Grazie per la lettura

(non so scrivere, faccio un sacco di errori e
non pubblico nessuna recensione, commento roba e basta)

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