Daitarn 3: Anime ep1 L’arrivo di Haran Banjo

haran banjo

INTRODUZIONE
Oggi iniziamo il commento di una serie storica ma che dico storica, di più, questa è la “personificazione” della storia degli anime.
(O almeno quella del genere Mecha)
Parliamo ovviamente dell’imbattibile Daitarn 3 (“imbattibile” non era un semplice aggettiva per rafforzare il concetto, è proprio compreso nel titolo) serie del 1978 in 40 episodi.
Tra il cast abbiamo nomi da capogiro, Takeo Watanabe alle musiche, Kunio Okawara al Mecha Design e per quanto riguarda regia e scrittura abbiamo il grande Yoshiyuki Tomino coadiuvato dal collettivo di Hajime Yatate.
Per finire, alla realizzazione grafica abbiamo il sempre caro e amato studio Sunrise.
La trama, è un bel mix tra fantascienza, azione, mistero ed investigazione, abbiamo una serie di rapimenti, una stirpe di meccanici abomini in cerca di potere e i più grandi agenti segreti a disposizione del genere umano.
Se si è appassionati di animazione, non importa l’età, non importano le preferenze, non importa il paese, l’unica cosa che importa è Daitarn 3.

(Alla fine trovate il link agli altri episodi)

COMINCIAMO
Prima puntata, una lussuosa macchina sta percorrendo un tracciato poco battuto, alla guida abbiamo Beauty Tachibana.
A causa di un guasto meccanico, la donna è costretta ad abbandonare i vestiti eleganti e corre in costume da bagno fino alla vicina banchina.
(Volevano proprio farci capire immediatamente il perchè del nome “Beauty” eh?)

All’interno del lussuoso palazzo di un fantomatico lord, si stà tenendo un grande evento di gala.
Abbiamo celebrità. investitori, giornalisti e ovviamente loro, le nostre miss di bellezza, tra cui anche Tachibana.
Inaspettatamente la ragazza vince ma la sua glora ha vita breve, si scopre che il proprietario del palazzo e tutto il suo staff non sono umani, bensì dei surrogati robotici creati per rapire le ragazze e trasformarle in automi.
(Stile CyberMan di Doctor Who tanto per intenderci)
Ecco che a risolvere la situazione, (sfondando diverse vetrate probabilmente cotosissime) si palesa il mistico, l’elusivo, il semi-leggendario e quasi cosmico Haran Banjo.

Parte subito una serie infinita di combattimenti e sparatorie, del piano inferiore se ne occupa Banjo mentre di quello superiore Tachibana.
Trappole, arti marziali, bombe, gas soporiferi, di tutto, nel giro di pochi istanti la manifestazione si trasforma in un’inferno in terra.
Da una parte i Meganoidi, entità robotiche che si sono infiltrate tra gli umani e mirano a prenderne il controllo e dall’altra i pochi umani in grado di reagire.
Dopo essere riuscito ad allontanarsi del palazzo, Banjo nota subito che alla guida della sua fedele Mach Patrol c’è Reika.
Lei e Tsuchida sono in realtà degli agenti segreti infiltrati per scoprire le intenzioni dei meganoidi.

Purtroppo l’uomo ci lascia subito a seguito di una scarica di piombo dritta in schiena ma Banjo e Reika riescono a raggiungere uno dei covi dei meganoidi.
Qui il lord del castello viene subito messo fuori uso ma siamo appena all’inizio.
Essendo un generale dei meganoidi, il nemico è in grado di trasformarsi nella sua versione gigantesca MegaBorg.
(Si tratta di quel classico e storico stile che veniva usato per il genere Tokusatsu, che ha poi dato origine al Super Sentai. La prima parte della puntata solitamente prevedeva l’avanzamento della trama e uno scontro in “forma umana” attraverso l’uso di armi convenzionali, mentre la seconda vede la trasformazione e il passaggio ai robottoni giganteschi. Abbiamo svariati esempi nella cultura nipponica di questo genere e come non citare Godzilla, Ultraman, più sul genere Tokusatsu puro, mentre Power Rangers e Kamen Rider per il Super Sentai P.S. se non lo sapete il Super Sentai è uno dei miei generi preferiti e sono ultra-fan dei Power Rangers, GOGO POWER RANGERS!!!)

Banjo in sella alla sua Mach Patrol ha solo una possibilità per contrastare il mostro e la sua palla chiodata.
Ecco che entra in scena il nostro imbattibile DAITARN 3.
Grazie all’uso di un supporto esterno la piccola macchina riesce a trasformarsi nel possente robot che tutti conosciamo.
La prima arma usata dal nostro eroe sono una coppia di ventagli metallici, i quali potrebbero semprare arnesi poco adatte a una lotta ma questi riescono agilmente a parare i colpi e allo stesso tempo rispondere grazie ai pesi legati alle estremità posteriori.
Successivamente abbiamo il “laccio Daitarn” e la “lancia perforante” con sullo sfondo uno stormo di ragazze in costume che la fuggono in sella ai loro jetpack.
Alla fine, lo scontro viene ovviamente vinto dal nostro eroe che riesce a strappare il nucleo centrale del suo avversario facendolo esplodere in mille pezzi.
Sul finale, oltre alla tamarrissima scena con tutte le ragazze innamorate di Banjo e in cuore umano formato con i jetpack, possiamo cogliere il tono di sfida da Beauty e Reika.
Sembra che da ora in avanti il nostro team passerà da duo a trio.

CONSIDERAZIONI
Primo episodio, prima bomba.
Potrà avere tutti gli anni e tutte le vecchiosità che volete ma resta sempre una gran figata.
Lo stile ispirato ai film di spionaggio americani, che al tempo stavano spopolando, è più che evidente.
Il nostro protagonista è uno di quegli eroi casanova ma giusti che non si può non amare.
Ci voleva proprio una cosa del genere, uomini veri e propri, con dei principi e delle convinzioni ferme, che lottano per qualcosa in cui credono, il tutto senza risultare poco credibile e infantile.

Voglio dire dai, prima puntate e già hai cospirazione per soggiogare il genere umano e trasformarlo in macchine senza cuore, sparatorie, morti ovunque, robottoni, esplosioni e donne in costume che volano in giro.
Stile a palate.

(E lo dico io che non ho nessun legame nostalgico con questa serie, è semplicemente una bomba per gli appassionati di anime)

Episodio successivo –>

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(non so scrivere, faccio un sacco di errori e
non pubblico nessuna recensione, commento roba e basta)

4 risposte a "Daitarn 3: Anime ep1 L’arrivo di Haran Banjo"

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